Stando a quanto riporta l’articolo del 29 giugno 1915 apparso sul periodico "Il Policlinico" (anno XII, fasc. 29 p. 962) sul progetto di organizzazione del servizio odontoiatrico nell’Esercito e nella Marina, in Italia erano attivi circa 300 medici-dentisti e 700 chirurghi-dentisti, oltre ad un numero imprecisato ma approssimativamente 600-700 meccanici-dentisti o odontotecnici.

All’alba del conflitto, l’estensore del testo calcolava che almeno un terzo di queste unità era già sotto le armi o avrebbe indossato l’uniforme nei mesi successivi, rivestendo per lo più la qualifica generica di medico militare, mentre sarebbe stato opportuno attivare o ampliare il servizio odontoiatrico in guerra.
A questi "coscritti", auspicava si aggiungessero anche volenterosi professionisti del settore senza obblighi militari.

Sempre l’articolo suggerisce la struttura del servizio sul campo. Nella prima linea di fuoco, presso i posti di medicazione reggimentali, avrebbero dovuto operare un odontoiatra con due tecnici, per gli interventi urgenti ai feriti alla faccia, specialisti che nei momenti di tregua si sarebbero dedicati alle normali cure odontoiatriche ai militari.
Presso gli ospedali da campo nelle immediate retrovie, un team di sei odontoiatri e tecnici, accantonati in idonei locali con il gabinetto odontoiatrico, il laboratorio odontotecnico e la stanza degenti, avrebbero potuto operare i casi più gravi non trasportabili presso gli ospedali territoriali, dove invece sarebbero stati inviati altri tipi di feriti facciali o i lungo degenti dopo le prime necessarie cure.

Nell’agosto 1915, il Comando Supremo autorizzò l’istituzione dei servizi speciali di traumatologia e protesi mascello-facciale, detti di stomatologia, e quelli di odontoiatria per ciascuna Armata, con stessa sede di quella della direzione di sanità d’Armata.

Il principale tra questi centri fu attivato a fine agosto 1915 a Udine, sede della 2a Armata, nei locali dei complessi “Toppo Wassermann” e “Marco Volpe”. Era diretto dal maggiore medico Prof. Amedeo Perna che poteva contare sulla collaborazione di un solo assistente e disponeva di pochi letti. Nel 1916, ampliata la disponibilità a circa 280 letti, il direttore fu affiancato da due assistenti e cinque meccanici dentisti militari.
Nello stesso centro, la parte odontoiatrica, era seguita dal dr. Galleri che praticava circa 100-120 interventi giornalieri.
Nella stessa zona del centro stomatologico erano presenti diversi gabinetti odontoiatrici diretti rispettivamente dal sottotenente medico dr. Campiglio, dal tenente medico Fiorilli, dal tenente medico Ponzano, dal tenente medico Giano, dal capitano medico Foce, dal capitano medico Sordi.

Un secondo reparto stomatologico (1a Armata), con circa 200 letti, era diretto dal capitano medico Prof. Riccardo Avanzi, aiutato dal tenente medico dr. Bertello e da due meccanici dentisti. In altre località della stessa zona erano attivi cinque gabinetti odontoiatrici, tra i quali quelli retti dal maggiore medico dr. Bellinzona e dal dr. Castigliola.

Il terzo centro stomatologico, che poteva disporre da 40 a 100 letti, era diretto dal capitano medico Prof. D’Alise Corrado, coadiuvato dal capitano medico dr. Benedini. Nella stessa zona era attivi i gabinetti odontoiatrici diretti da: sottotenente dr. Tubino, capitano medico Knapp, capitano medico Gatti, capitano medico Fierro, capitano medico Ribolla.

Il quarto centro (3a Armata), con circa 30 letti, era diretto dal capitano medico Prof. Arlotta, assistito dal tenente medico Imola. Nella stessa zona erano attivi diversi gabinetto odontoiatrici retti da: tenente medico Giacomini, sottotenente medico Tani, capitano medico Prof. Camillo Rovida.

Un quinto centro (4a Armata) fu affidato al capitano medico Prof. Gaetano Fasoli.

Sempre in zona di guerra, nel febbraio 1916 era attivo un ambulatorio odontoiatrico nei pressi di Cortina promosso dal Dr. Duca, in seno al 2° Gruppo del 17° Artiglieria, mentre nell’ospedale da guerra CRI n. 11 in Cormons esisteva un reparto odontoiatrico, così come a Caporetto sempre in un ospedale della CRI.

Nel territorio interno, invece, erano attivi alcuni centri stomatologici e odontoiatrici presso ospedali militari o civili.
A Venezia, il servizio fu affidato al dr. Marcon, che poi fu trasferito prima a Mestre quindi a Bassano.

A Bologna, il servizio era attivo presso l’ospedale “Gozzadino”, con circa 200 letti ed era diretto dal maggiore medico Prof. Arturo Beretta, coadiuvato dal sottotenente medico Cesare Cavina.

A Milano, il servizio operava presso il "Pio Istituto di S. Corona", con 200 letti e affidato al capitano medico Prof. Aldo Maggioni. Negli stessi locali funzionavano simultaneamente dai primi mesi del 1916, il reparto staccato del gabinetto odontoiatrico già attivo all’ospedale militare principale e il centro stomatologico, lì trasferito dalla Baggina (Pio Albergo Trivulzio), dove operavano comunemente il Prof. Arlotta e il Prof. Rovida che fu inaugurato il 1° agosto 1915. Nel febbraio 1917, quest’ultimo servizio, a causa dell’ingente mole di lavoro, fu trasferito presso l’istituto “Leone XII” in corso Porta Nuova n.5. Anche l’ambulatorio odontoiatrico poi per la ristrettezza dei locali fu trasferito presso l’adiacente ospedale “Fatebenefratelli”, in corso Porta Nuova n. 6.

A Firenze, diretto dall’odontoiatra tenente colonnello medico Campatelli.


La circolare n. 9, diramata dall’Ufficio Sanitario del Ministero della Guerra e pubblicata sul Giornale Militare Ufficiale del 5 gennaio 1917, conteneva le disposizioni riguardo il servizio militare per “ferite mascellari e odontoiatria”, così da rendere omogenea la cura di quelle ferite, sgravando i vari ospedali militari e civili. Nello specifico, la norma prevedeva il trasferimento dei feriti facciali dai centri stomatologici e odontoiatrici (altrimenti detti stomatoiatrici) d’armata a quelli funzionanti all’interno del Paese:

- Al Centro di Milano, per i militari appartenenti ai distretti militari del corpo d’armata territoriali di Torino, Alessandria, Milano e Genova;
- Al Centro di Bologna, per i militari appartenenti ai distretti militari del corpo d’armata territoriali di Verona, Bologna, Firenze;
- Al Centro di Roma, per i militari appartenenti ai distretti militari del corpo d’armata territoriali di Ancona, Roma e Napoli;
- Al Centro di Palermo, per i militari appartenenti ai distretti militari del corpo d’armata territoriali di Bari e Palermo.

L’opera svolta al “Centro ferite mascellari e odontoiatria” presso all’ospedale militare principale di Roma è documentata dalla relazione del maggiore medico CRI prof. Angelo Chiavaro che lo diresse dal 1° settembre 1916.
Il Prof. Chiavaro aveva come collaboratori il tenente medico odontoiatra dr. Camillo Ferrari, direttore del relativo laboratorio, sostituito poi dal tenente medico odontoiatra della CRI dr. Leonildo Bezzi, il sergente odontoiatra Giovanni Verri e due odontotecnici. Nell’agosto 1917, si aggiunse anche il capitano medico dr. Vincenzo Duca.
Nel laboratorio di meccanica speciale lavoravano i soldati di sanità militare odontoiatri diplomati Bruschi Egisto, Bruschi Ernesto, Cicognani Giuseppe, Oderio Edoardo e gli odontotecnici Luigi Castagna, Giovanni Di Lullo, Vito Molinari e Riccardo Stefanucci.
Presso il “Centro” si praticavano anche le cure ai militari ricoverati negli ospedali della provincia, ovvero la c.d. “cura odontoiatrica militare provinciale”.
All’epoca dell’assegnazione del Prof. Chiavaro al “Centro” romano, i letti disponibili erano 60, poi aumentati, a seguito della diramazione della sopracitata circolare n. 9, fino a 160 letti nell’agosto 1917, quando il professore dovette lasciare l’incarico per assumere quello di consulente medico d’armata in zona di guerra. Nel novembre subentrò nella carica il citato prof. Amedeo Perna.
Il “Centro” constava di due padiglioni formati da due grandi corsie, di una sala ricezione pazienti, di una sala da medicazioni e piccole operazioni e di un laboratorio di meccanica speciale. Il “Centro” era diviso in quattro sezioni, quanti erano gli odontoiatri, gli odontotecnici e le infermiere volontarie addetti, cosicché ogni sezione aveva affidato un numero di pazienti equamente ripartito.

 

Il Servizio Odontoiatrico nella Regia Marina

Il servizio odontoiatrico nella Regia Marina fu attivato progressivamente fin dal 1907 fino ad arrivare alla seguente situazione dei gabinetti operanti nel periodo di guerra:

- A Spezia, uno presso l’ospedale principale, un secondo al Deposito del Corpo Reali Equipaggi.
- A Napoli, presso la Scuola di Sanità Militare marittima, dove si svolgevano anche lezioni teorico-pratiche obbligatorie sulla materia.
- A Venezia, uno all’ospedale principale, un secondo alla Difesa Locale.
- A Taranto, presso l’ospedale principale, dove operava anche un odontoiatra inglese per i marinai di quella nazionalità.
- A Maddalena, presso un odontoiatra civile.
- A Brindisi, presso l’ospedale “ex albergo internazionale”.
- A Messina, presso un odontoiatra civile.
- A Ancona, i marinai erano inviati presso l’ospedale di riserva del R. Esercito.

Nel gennaio 1916, su impulso del sottotenente medico delle Regia Marina Prof. Luigi Quintarelli fu istituito a bordo della Regia Nave “Conte di Cavour” il primo gabinetto odontoiatrico militare marittimo. L’iniziativa fu promossa perché lo stesso medico, imbarcato sulla nave, poté constatare che circa l’80% dei marinai aveva bisogno di cure odontoiatriche, compresi quelli di servizio sulle altre unità della squadra navale.
Un simile servizio fu poi attivato su una delle navi di stazione a Valona, in Albania.

 

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